A ottobre il cielo è terso e l'aria limpida. Alle volte dai poggi del monte Conero si intravedono, al di là del mare Adriatico, le coste della Dalmazia.
L'uva è pronta, si preparano le squadre dei raccoglitori: bassi carri portano i cassoni dove andrà depositata l'uva appena raccolta.
Ai lati di ogni carro una coppia di ragazzi, con le forbici, taglia e delicatamente posa i grappoli nelle casse.
Sono stati istruiti a scegliere le uve giuste. Dovranno lasciare in terra i grappoli non maturi e quelli che hanno sentore di muffa.
Si raccoglie solo manualmente e le uve devono essere maneggiate con cura e portate intere in cantina entro una, massimo due ore.
Quando le casse sono colme vengono trasportate su un furgone per tre chilometri fino in cantina. Qui, tutto è pronto per accogliere l'uva.
Le casse vengono svuotate nella tramoggia e convogliate sul nastro trasportatore che porta i grappoli fino al tavolo di selezione: un piano orizzontale che scorre, ai cui lati quattro operatori controllano i grappoli d'uva uno ad uno, prima che vengano diraspati e pigiati.
Una volta pigiata, l'uva diventa mosto che verrà messo a fermentare nei tini.
La vendemmia si fa solo quando l'uva è asciutta, cioè quando non piove.
Si lavora fitto ogni giorno, fino al tramonto, perché il frutto non si rovini.