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Europa, Italia, lungo la catena di montagne degli Appennini, proprio al centro, rivolte verso il mare Adriatico si trovano le Marche. La costa piatta e sabbiosa, qui, al centro, improvvisamente sale, si fa rocciosa e diventa monte: 600 metri di roccia bianca che si gettano a picco sul mare, il Monte Conero.
Dal mare: spiagge inaccessibili da terra, scogli, faraglioni, gabbiani ed aironi che volteggiano a caccia di pesci.
Ad ovest, verso il tramonto, il Monte Conero è coperto da una foresta di lecci, querce, pini, mirti e corbezzoli: la macchia mediterranea nel suo splendore.
Le colline, qui, perdono il loro naturale disporsi lungo assi da Ovest ad Est, e fanno come una triplice corona di colli che danzano intorno al monte.
La roccia calcarea, le sabbie arenarie e l'argilla che si mescolano nella terra intorno al Monte sono all'origine del carattere speciale dei vini del Conero.
Questo mix unico si trova in una stretta striscia di terra che si stende tra i paesi di Numana, Sirolo, Castelfidardo, Osimo, Camerano, Ancona fino ad Offagna, dove sono i nostri vigneti.
Il clima della zona è mediamente temperato. In inverno ci sono brevi nevicate che portano al riposo le piante di vite. I venti di mare ne mitigano il rigore, e rinfrescano le notti d'estate, contribuendo a mantenere una buona freschezza e acidità dei vini.
Le piogge cadono soprattutto in inverno e all'inizio della primavera, l'argilla nei terreni fa da riserva d'acqua per le vigne e la cede durante l'estate.
Dalla cima del Monte Conero a Pian dei Raggetti, nelle giornate terse d'autunno o d'inverno, quando lo sguardo ad ovest arriva fino ai Monti Sibillini, alle cime del Gran Sasso, talvolta ai monti della Maiella, si possono vedere e contare i vigneti delle uve che danno il vino Conero, sparsi sulla coperta verde e bruna dei campi quadrati che dipingono il nostro territorio. La vite si coltiva in questa zona da 2500 anni. E' così tanto tempo che la mano, il piede e la zappa dell'uomo plasmano questa terra dolce e aspra, generosa ed esigente al tempo stesso. Gli scrittori e scienziati di Roma antica, Plinio il Giovane e Columella, già scrivevano della bontà del vino rosso della zona del Conero. Tanto tempo è passato da allora, e la mano e l'arte degli agricoltori hanno continuato ad affinare la coltivazione della vite, cercando nei suoi frutti e nel suo succo una delle gioie della vita.
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