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MALACARI MISTURI di Grigiano
La presenza e l'influenza della Famiglia Malacari nel territorio di Offagna risalgono al XVI secolo. I Malacari vi possiedono terreni sin dai primi del 1500. Nel 1566, Andrea e Simone Angelo Malacari, entrarono a fare parte del Senato della città di Ancona: il Consiglio degli Anziani.
Nel corso del 1600 si attestano importanti estensioni dei beni della famiglia: furono acquisiti appezzamenti nelle contrade di Gallignano e si ampliarono le proprietà ad Offagna con l'acquisto della collina Grigiano dal Marchese Crescentino Baviera. Nel 1648, ad Ancona, fu eretto il Palazzo di Città (ora proprietà del Comune di Ancona) in via Podesti, nel rione Capodimonte e nel 1668, ad Offagna, venne costruita la Domestica Villa.

La Villa è un originale esempio di villa-fattoria a forma di mezzo rombo. Al primo piano dell'ala centrale sono gli ambienti della vera e propria villa; al piano inferiore si trovano, invece, le cantine; nelle ali: il mulino dell'olio, la stalla per i cavalli, l'officina per la riparazione e costruzione di botti, attrezzi, carri ed i magazzini del grano.
Per la sua bellezza ed originalità, la Domestica Villa è vincolata come bene storico ed architettonico dal Ministero per i Beni Culturali.

La vasta proprietà agricola, un tempo di circa 1.000 ettari, si estendeva sia nel versante a sud della villa verso Osimo che a nord verso Gallignano e comprendeva poderi nel territorio degli attuali comuni di Offagna, Osimo, Ancona, Polverigi e Filottrano.

Nel corso dei secoli la famiglia Malacari ha avuto un importante ruolo nella vita economica, sociale e politica della Provincia anconetana e della Regione Marche.
Il conte Girolamo Malacari, nel 1749, fu Console del Regno delle Due Sicilie. Andrea Malacari Conte di Grigiano, architetto, intellettuale e politico, tra i fautori dell'unità italiana nella regione, Console di Prussia nella città di Ancona, fu a capo del triumvirato che guidò la Repubblica Anconitana dal 1830. Ad egli, che, in aggiunta all'attività politica, si impegnava assiduamente nella cura dei poderi, l'abate Angelantonio Rastelli dedicò, nel 1818, il Trattato di Buona Coltivazione, Istruzione e Miglioramento.
Alla mano di Andrea Malacari si devono, inoltre, gli affreschi interni alla villa e i bellissimi stucchi neoclassici del piano nobile.
Alessandro Malacari, nipote di Andrea, fu luogotenente Garibaldino, ferito nella battaglia di Milazzo in Sicilia, poi Ufficiale dei bersaglieri, quindi deputato al primo Parlamento Italiano e poi Sindaco di Offagna e Prosindaco di Ancona. Anch'egli seguitò a sviluppare le innovazioni della moderna agricoltura dell'ottocento e organizzò nel comune di Offagna il Monte Granario.
Il figlio Francesco, che fu presidente della Cassa di Risparmio di Ancona e, di nuovo, Sindaco di Offagna, apportò negli anni ‘20 del 900 notevoli miglioramenti alle cantine ed ai granai.
La Villa Malacari, nei secoli, è stata vivace luogo di importanti incontri, riunioni e solenni ricevimenti. Nel 1936 e nel 1938 vi soggiornò il Duca Aimone di Savoia.

Dopo la II guerra l'ultima erede, Arianna Malacari, vi sposò il barone Giovanni Starrabba di Ralbiato. Da allora, insieme, effettuarono la trasformazione dell'attività da azienda a conduzione mezzadrile ad impresa a conduzione diretta. Investirono nella meccanizzazione e nella specializzazione in colture industriali, come la barbabietola da zucchero e il girasole da olio e si impegnarono nella coltivazione di semi sperimentali per il grano duro, il girasole, la barbabietola. Si dedicarono, inoltre, allo sviluppo della zootecnia (bovini di razza marchigiana e simmenthal) e alla costituzione dei primi vigneti specializzati a doc (1960 - 1971).